Una domenica al museo

Il teatro entra nel Piccolo museo del diario come progetto della rete Vatiberina musei, con la drammaturgia e regia di Mario Perrotta e l’interpretazione di Donatella Allegro.

I visitatori del Piccolo museo del diario, a gruppi di venti scanditi ogni ora, hanno trovato un portone chiuso ad attenderli. Hanno aspettato fuori e sono potuti entrare solo quando il volto sorridente e un po’ malinconico di Donatella Allegro li ha accolti aprendo la porta: “Buonasera, prego, entrate”. E si è presentata: “sono l’anima dell’Archivio, ma non solo”.
Inizia così una visita particolare alla scoperta della “casa della memoria” voluta da Saverio Tutino trentatré anni fa a Pieve Santo Stefano in una valle verde e piena di tesori che è diventata l’approdo dei suoi ultimi anni di vita.
I sedici gradini da salire quattro alla volta, lentamente, per svelare forma e sostanza di questa magica avventura, racchiusa nel numero 16 – “perimetro e area dello stesso quadrato, contenitore e contenuto” -, nata come Archivio e diventata museo. Un luogo dove le anime si incontrano e raccontano per sempre, sconfiggendo l’oblio.
Fra queste anime anche la sua. Perché Mario Perrotta, dopo avergli dedicato il suo libro “Il paese dei diari” che ha ispirato i dotdotdot.it nella progettazione del museo, dedica a Saverio Tutino anche questa drammaturgia emozionante, che riannoda i fili del perché Pieve, fra i molti luoghi, è stata scelta per questa sorprendente impresa culturale.
E sembra di sfiorarla l’anima delle persone divenute storie che popolano il palazzo della memoria.
E sembra di sfiorare anche la sua, quella di Saverio, salendo i sedici gradini quattro alla volta, lentamente.

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